Come a Crema, anche a Cremona la comunità rumena chiede uno spazio religioso

La proposta del presidente della associazione Euromediterranea Marco Baratto è destinata a fare discutere. A Crema la diocesi aveva già concesso una chiesa in comodato d’uso. E’ tempo di pensare ad un centro culturale anche a Cremona?
In città e provincia esiste una comunità etnica numerosissima che – sostiene Baratto – meriterebbe spazi adeguati per la propria professione di fede: la comunità romena. Grandi numeri, settemila in provincia di cui tremila concentrati nella sola Cremona e cinquecento a Crema. E se a Crema la diocesi ha concesso in comodato d’uso la chiesa di Santa Maria stella in via Civerchi alla comunità ortodossa, con funzioni ogni domenica mattina, nel resto della provincia la situazione è diversa.
L’appello per un apertura anche nel capoluogo verso la comunità ortodossa lo lancia Marco Baratto, presidente dell’associazione Euromediterranea che da tre anni si sta battendo sul delicato territorio dei diritti delle comunità straniere della nostra provincia. «Bisogna iniziare a riflettere sull’opportunità di iniziare a porre la questione della realizzazione di una chiesa per questa importante comunità. L’esempio e il modello da seguire sarebbe quello dell’ l’amministrazione di centro destra di Verona, guidata da Flavio Tosi, vale a dire l’alienazione a prezzo di mercato di un bene demaniale al Governo Romeno che poi è stata messa a disposizione della Diocesi Romeno Ortodossa in Italia per l’edificazione di un centro culturale, di una chiesa e di una scuola aperta a tutti e che serva per facilitare le relazioni sociali e positivi scambi di esperienze e di tradizioni».
Per lei quello di Verona è quindi un modello da imitare? «Decisamente, il modello veronese potrebbe essere un apripista per la soluzione non solo di spazi per la comunità ortodossa romena, ma per premettere a tutte le confessioni religiose di esercitare in luoghi dedicati il proprio credo e dare piena attuazione all’articolo otto della Costituzione che oltre a sancire che: tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge, assicura il diritto alle stesse di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano».
Crema, come detto, è stata apripista dell’apertura alla comunità ortodossa. Da oramai due anni il vescovo Oscar Cantoni ha concesso l’uso della chiesa di via Civerchi ai fedeli ortodossi russi e romeni. Il tutto grazie ad un accordo di comodato d’uso tra la parrocchia di San Benedetto e le comunità russe e rumene firmato dal parroco di San Benedetto don Carlo Mussi, dal sacerdote russo padre Nicolay Makar e dal metropolita rumeno Dom Fuciu. Nel Comodato sono state stabilite con chiarezza le modalità d’uso della chiesa: la proprietà rimane della parrocchia di San Benedetto ma i due gruppi ne hanno pieno uso e contribuiscono alla gestione delle spese.
Bruno Mattei

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