Gli “scambi” tra l’Italia e le popolazioni balcaniche: Lodi riscopre per una sera i valori del Risorgimento

Un ciclo di conferenze per i 150 anni dell’Unità d’Italia: “Italia, nata per unire”, sostenuta dall’assoc1azione Lodi Protagonista, dal Pdl, dalla Provincia di Lodi, dalla Giovine Italia e dall’istituto del Risorgimento Italiano, è arrivata al secondo appuntamento che si è tenuto venerdì sera presso il Chiostro della Provincia. Marco Baratto ha ripercorso quei legami che hanno accomunato il Risorgimento propriamente italiano con i movimenti d’indipendenza nazionale in Europa, focalizzandosi su Serbia, Romania, Polonia, Ungheria e Bulgaria. Presenti alla conferenza anche il sindaco di Boffalora d’Adda Livio Bossi e altri amministratori provinciali. Ad inizio serata è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Nassiriya, cantato l’inno italiano e visualizzato lo spot realizzato per i 150 anni dell’unità (spot che sarà proiettato prima di ogni partita della prossima coppa Italia). «Il Risorgimento italiano viene normalmente presentato importante solo per il nostro Paese - ha illustrato Baratto -. Ma l’Italia ha avuto contributi da altre nazioni e a sua volta ha aiutato chi non era ancora nazione». Molti sono stati gli scambi con le cause indipendentiste dell’area balcanico - danubiana tra 1800 e 1918. In Serbia per esempio gli intellettuali si definivano apertamente “mazziniani” e ancora sotto dominio ottomano furono sostenuti dagli Italiani nella creazione di un principato: nel 1866 nasce la Giovane Serbia Unita con un organo di stampa addirittura dal titolo «il Piemonte». La questione della Romania era pure al centro di mire degli imperi austriaco, russo e ottomano e venne vista da Cavour come specchio della situazione italiana. Cavour fu il primo a proporre una presenza diplomatica italiana nell’unione di Valacchia e Moldavia non ancora riconosciuta a livello internazionale, e molti patrioti rumeni affluirono in Piemonte: Ian Dagronescu nacque in Transilvania, studiò medicina a Torino e nel 1866 partecipò alla terza guerra di indipendenza a fianco degli Italiani. Dall’associazione Giovane Bulgaria partirono poi 39 giovani volontari che vennero a difendere la Repubblica Romana e a trovare qui la morte. A Lodi il giovanissimo bersagliere Mauro Vimercati reclutava gli Ungheresi negli ambienti delle caserme, perché diventassero cospiratori nella causa italiana. «Il Risorgimento ha mostrato valori che anche dopo il 1989 sono sfociati in un secondo risorgimento», ha concluso Baratto. Il terzo appuntamento per il ciclo di conferenze “Italia, nata per unire” si terrà il 26 novembre e avrà come titolo “I Lodigiani nella costruzione dello Stato unitario
 
Fonte : IL CITTADINO

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